
Figlio mio, non dimenticare il mio insegnamento e il tuo cuore custodisca i miei comandamenti, perché ti procureranno lunghi giorni, anni di vita e di prosperità. Proverbi 3:1-2
Al suo settantesimo compleanno, Artur diede ai suoi due figli, Daniel e Pedro, lo stesso regalo: una copia consunta del suo vecchio libro dei Proverbi e l’orologio da polso che aveva indossato per cinquant’anni.
“In questo libro,” disse Artur, con la voce serena di chi ha vissuto ciò che dice, “c’è il segreto per far funzionare a lungo l’orologio. Non dimenticate i miei insegnamenti, custodite i buoni principi nel cuore. Non sono solo regole; sono il manuale di istruzioni per una vita lunga e in pace.”
Daniel, il maggiore, un avvocato ambizioso e pragmatico, sorrise con cortesia. Amava suo padre, ma considerava la sua fede qualcosa di pittoresco, quasi folcloristico. Per lui, “anni di vita e pace” erano il risultato di un buon piano sanitario, investimenti solidi e una rete di contatti potente. Ripose il libro nello scaffale, come una reliquia, e si concentrò sulla sua carriera implacabile.
Pedro, il minore, un professore di storia, ricevette il regalo con riverenza. Vedeva in suo padre non un uomo ricco, ma l’uomo più prospero che conosceva. Artur aveva una serenità che il denaro non poteva comprare. Pedro decise di prendere sul serio il “manuale di istruzioni”.
Gli anni passarono, e i cammini dei fratelli divennero uno studio di contrasti.
Daniel costruì un impero. Lavorava diciotto ore al giorno. La sua legge era il contratto, i suoi comandamenti erano gli obiettivi trimestrali. Non dimenticava le scadenze, ma dimenticava i compleanni. La sua agenda era impeccabile, ma la sua salute iniziò a crollare. La pace era un lusso che non poteva permettersi. Lo stress cronico gli causò ipertensione. Il fast food frettoloso gli diede gastrite. Le notti insonni divennero la sua norma. A quarantacinque anni, il suo corpo iniziò a chiedere il conto di una vita vissuta in costante stato di allerta, lontano dalla pace. Aveva “giornate lunghissime” nel senso di un’agenda piena, ma la qualità di queste giornate era scadente.
Pedro, d’altro canto, custodì i comandamenti del padre nel suo cuore. Capiva che la “legge” non riguardava la religiosità, ma i principi di vita. Onorava il giorno di riposo, non per obbligo, ma perché capiva che il suo corpo e la sua mente avevano bisogno di riposo. Era generoso con il suo tempo e le sue risorse, il che lo liberava dall’ansia dell’avidità. Coltivava le sue relazioni con la moglie e i figli con la stessa dedizione con cui preparava le sue lezioni, il che gli portava una profonda gioia. Si nutriva con moderazione, camminava nel parco, e le sue notti erano di sonno profondo.
Un giorno, Daniel ebbe un principio di infarto nel bel mezzo di una riunione. Lo spavento lo costrinse a un periodo di malattia. Confinato nella sua casa lussuosa, ma fredda, si sentiva un prigioniero. I suoi soci lo vedevano come una passività, i suoi figli lo conoscevano a malapena. La solitudine era la sua unica compagnia.
Pedro andò a trovarlo. Non portò lezioni di morale, si sedette semplicemente accanto a lui.
“Come fai?”, chiese Daniel, con voce flebile. “Tu sembri… in pace.”
Pedro guardò l’orologio al suo polso, lo stesso che suo padre gli aveva dato. “Ho solo cercato di seguire il manuale di istruzioni, Dani.”
“Quale manuale? Quel libretto di favole?”, Daniel sputò le parole con amarezza.
“No”, disse Pedro, con calma. “Il manuale che insegna che il perdono è più sano del rancore. Che la generosità allevia l’anima. Che il riposo non è pigrizia, è saggezza. Che amare Dio e le persone porta un tipo di pace che nessun contratto milionario può garantire. I comandamenti del papà non riguardavano il guadagnare il paradiso, riguardavano il come vivere bene sulla terra.”
Daniel rimase in silenzio. Aveva conquistato il mondo, ma perso la sua salute e la sua pace. Aveva anni di vita davanti a sé, ma che tipo di vita sarebbe stata?
Quel pomeriggio, dopo che Pedro se ne fu andato, Daniel si alzò con difficoltà. Andò verso la sua imponente libreria, piena di libri di diritto ed economia. In un angolo, coperto di polvere, c’era il piccolo libro dei Proverbi. Lo aprì.
Iniziò a leggere, non come un avvocato scettico, ma come un uomo malato in cerca di rimedio. E, per la prima volta, capì che gli insegnamenti di suo padre non erano una prigione, ma la chiave per la libertà. La libertà di una vita lunga, sì, ma una vita piena di pace.
(Realizzato con IA)
Questo racconto fa parte del mio libro Saggezza Quotidiana
https://books2read.com/u/mqLxkZ
